Il pavimento è pieno di spazzatura e vestiti sporchi, carcasse di tempo sprecato e fogli incrostati con residui vari, desideri fugaci, disattenzioni, cibo. Stamattina ho fatto finta di sognare di avere un rapporto sessuale con te principalmente perché mi sembrava ci fosse l'atmosfera giusta per farlo. Ma, non preoccuparti, non ha funzionato.
Ho sottolineato i simboli della mia distruzione, tanto per non farti dire che mi trovi bene la prossima volta che mi senti o che mi vedi attraverso uno schermo. Magari non si vede ma io sento che la mia pelle assomiglia ad un deserto, il paesaggio disatrato che si ha dopo una catastrofe nucleare, brullo, appassito, solo. Si è certamente scordata l'ultima volta che una carezza è piovuta su di essa, dissetandola.
Qua tutto procede con il tempo in una sola direzione. Quando mi sembra che io stia attaccato ad uno spazio contiguo a lasciarmi corrodere dall'usura di tutto il resto. Come se nell'abbandono ci fosse una qualche dignità nascosta.
Immagino faccia freddo fuori, il cielo è nuvoloso. Ho fotografato la mia stanza come documentazione , non so a che punto del grafico sono arrivato lasciandomi andare fino a qui, ma ho abbastanza fiducia di aver raggiunto un nuovo record. E' così tardi che per me sembra quasi mattina e i miei pensieri né pesanti né leggeri non se ne volano via così come non mi trascinano da nessuna parte. Sono pensieri non pensati, attendono il loro turno da tempo, immobili. E nel mio sbadiglio ritrovo la gioia dei batteri che si muovono tra i miei denti, numerosi come le briciole della crosta di pane che innondano la mia scrivania. I miei coinquilini si domandano che fine abbia fatto. Io, d'altrocanto, preferisco non saperlo.
Saturday, 23 April 2011
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