Sunday 16 November 2008

ANGOLI

La tovaglia scivola giù dal tavolo portandosi con sé tutte le stoviglie
tutto a rallentatore
il contatto della testa sul cuscino quando ti stendi,
questo mi ricorda la rugiada posata sulla punta delle mie dita
prendi un respiro e trattienilo
inghiottiscilo, facci amicizia
raccontagli in un attimo le tue disavventure, i tuoi problemi col tempo
pensa che quando dovrai lasciarlo andare via, lui ne soffrirà

l'assordante rumore della falciatrice elettrica
ha il sorprendente potere di rendere la mia voce muta
boccheggio
anelli di fumo che si scompongono nel cielo azzurro
odore di erba tagliata
odore di cloro e creme solari
pioggia leggera che non ti bagna e non fa rumore
ignorata perfino dalla tabella di marcia elettorale quotidiana del sole
impaurito, triste, infelice, a testa alta
a testa alta
come i pesci attaccati alla superficie dell'acqua
in cerca di plancton agli angoli degli acquari di plastica spessa.

Vorrei che il mio lavoro consistesse nel collezionare elementi infiniti
raccogliere tutta la polvere dalle strade del mondo
e ascoltare la storia di ogni singolo granello
accartocciare pagine web come fazzoletti sporchi
e rinchiudercisi dentro senza piangere
pagare le proprie colpe cancellando ricordi indelebili
accantonati in scomparti e referenze ordinatissime
aprire gli angoli silenziosi e scoperti
ricoprirli con sfoghi brillanti

e poi mi chiedo
il giorno in cui esisterai,
potrò baciarti?